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Mariano Rumor1929 - 1990

Mariano Rumor nacque a Vicenza il 16 giugno 1915, primo di cinque fratelli: Teresa, Sebastiano, Giuseppina e Giacomo. Il padre, Giuseppe Rumor, era un agente della Società delle Assicurazioni di Milano, impegnato nell'associazionismo cattolico e, più avanti, nel Partito popolare, nonché fondatore a Vicenza della Scuola di cultura cattolica. La madre, Tina Nardi, proveniva invece da una famiglia liberale che contava tra i suoi membri il noto critico letterario Piero Nardi, studioso, in particolare, di Antonio Fogazzaro, Arrigo Boito e Giuseppe Giacosa. Mariano frequentò le scuole elementari e medie al Patronato Leone XIII, poi il Liceo classico Antonio Pigafetta, dove conseguì il diploma con lode e felicitazioni pubbliche. Condusse gli studi universitari alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Padova, laureandosi nel 1937 con il massimo dei voti e la lode, con una tesi su Giacosa, ritenuta degna di pubblicazione per aver fornito una nuova immagine critica della produzione letteraria e teatrale del drammaturgo italiano. Nel periodo di studentato universitario frequentò il circolo giovanile dell'Azione cattolica nella parrocchia di Santo Stefano a Vicenza, ricoprendo per un decennio il ruolo di presidente. Superati gli esami di abilitazione in materie letterarie, per alcuni anni esercitò l'insegnamento negli Istituti superiori della sua città, come il Liceo scientifico e il Liceo classico, non disdegnando contemporaneamente l'attività di pubblicista. Tra il 1941 e il 1943 svolse il servizio militare come allievo ufficiale, poi come sottotenente di artiglieria a Mantova, Sabaudia (Lt), L'Aquila e infine a Cecina (Li). Dopo l'8 settembre si ritirò a Tonezza del Cimone (Vi) nel rustico di famiglia, dove si dedicò agli studi letterari, iniziando a comporre un saggio sullo scrittore vicentino Giacomo Zanella (1820-1888), mai pubblicato, e di cui l'archivio conserva il dattiloscritto originale. Nel 1944 si unì alle organizzazioni partigiane, entrando a far parte della Resistenza nel Comitato di liberazione nazionale come esponente della Democrazia cristiana. Organizzò il Segretariato delle attività sociali (una sorta di Acli ante litteram), diresse il giornale clandestino "Il Momento" e con altri militanti partecipò alla redazione di un testo che divenne fondamentale per la rinascita politica del Vicentino, Essenza e programma della Democrazia cristiana, considerato una vera e propria guida del cattolico militante. A partire dal maggio 1945, con l'appoggio del vescovo Carlo Zinato, di mons. Giuseppe Arena e mons. Vincenzo Borsato, collaborò alla fondazione delle Acli a Vicenza, e ne fu il primo presidente. Dal 1948 entrò come membro a far parte anche della Direzione (almeno fino al 1954). Nel marzo del 1946 venne eletto al Consiglio comunale di Vicenza per la Democrazia cristiana e nel giugno all'Assemblea costituente nel collegio di Verona. Furono anni intensi e fecondi di impegno politico all'interno degli organi del Partito cittadino e progressivamente di partecipazione alla vita, agli indirizzi e alle scelte di Istituzioni economiche come la Camera del lavoro di Vicenza, di cui fece parte dal 1946 al 1948, in qualità di membro del Comitato esecutivo, senza far venire meno il suo interesse per il mondo dell'informazione. Nel 1947 fondò, infatti, il giornale "Campi e cantieri", che diresse per vent'anni. Nel 1948 fu eletto deputato alla Camera per la Democrazia cristiana nella circoscrizione delle tre province di Verona, Vicenza e Rovigo ed entrò nella Commissione parlamentare lavoro e previdenza sociale. Nel difficile periodo che fece seguito all'attentato a Palmiro Togliatti (14 luglio 1948) presiedette il congresso delle Acli, che varò la costituzione del nuovo sindacato cattolico, la Cisl. Impegnato nel Piano Fanfani (la legge "Ina-Casa") finalizzato alla costruzione di nuove abitazioni per i lavoratori, fu relatore di maggioranza del progetto in Parlamento, dove riscosse ampio consenso. Furono anni di vicinanza politica e consonanza ideologica con gli amici di "Cronache sociali", la corrente di sinistra di Giuseppe Dossetti, Amintore Fanfani, Giorgio La Pira, Giuseppe Lazzati e Giuseppe Glisenti. Nel marzo del 1949 venne eletto al Consiglio nazionale della Dc. Al III congresso nazionale del Partito (Venezia, 2-5 giugno 1949) presentò la relazione sul tema "Necessità vitali del lavoro italiano", sollevando l'interesse di Alcide De Gasperi che lo chiamò a collaborare nella sua Segreteria. Nel mese di luglio entrò inoltre nella Direzione del Partito con l'incarico di occuparsi della formazione politica. Eletto il 26 aprile 1950 con Dossetti vicesegretario della Dc - incarico che ricoprì fino al 31 luglio 1951 - essendo segretario Guido Gonella, si occupò dell'organizzazione del Partito, impegnandosi a dargli nuovo impulso attraverso lunghi viaggi nelle varie città italiane. Di questa fase della sua attività resta una testimonianza importante nel testo "Campagna per la vitalizzazione del Partito", un vero manifesto programmatico illustrato durante la riunione della Direzione centrale dell'8-9 settembre 1950. Durante il VII (26 luglio 1951-16 luglio 1953) e l'VIII Governo De Gasperi (16 luglio 1953-17 agosto 1953) e il successivo Governo Pella (17 agosto 1953-18 gennaio 1954), Rumor fu sottosegretario al Ministero dell'Agricoltura e foreste: in particolare, nel primo periodo della sua collaborazione con De Gasperi, lavorò a fianco di Luigi Gui e si occupò delle Direzioni generali delle foreste e della tutela dell'economia agricola. Proseguì senza soste il suo impegno all'interno del Partito. Nel 1951 fondò, con la collaborazione di Amintore Fanfani e Paolo Emilio Taviani, la corrente di "Iniziativa democratica": l'omonima rivista, nata nel novembre del 1951, era destinata ad avere vita breve. Nuovamente eletto alla Camera per la circoscrizione di Verona-Vicenza-Rovigo nel 1953, venne chiamato a far parte della Commissione affari esteri. Nel periodo dei Governi Fanfani, a partire dal I (18 gennaio-10 febbraio 1954), ricoprì ruoli via via di sempre maggiore responsabilità politica:fu prima sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, poi il 16 luglio 1954 vicesegretario della Dc (segretario Fanfani), poi ancora direttore della Spes (il Servizio propaganda e stampa del Partito) fino al 7 ottobre 1955 e dal 1954 fino all'aprile del 1959 si occupò come direttore del settimanale politico "La Discussione". Venne riconfermato vicesegretario durante il VI congresso nazionale della Dc (14-18 ottobre 1956) a Trento. Dal 1° luglio 1956 entrò a far parte della Commissione istruzione e belle arti della Camera dei deputati e vi rimase fino all'I' giugno 1958, anno nel quale venne riconfermato deputato e chiamato alla Commissione affari costituzionali. Pur all'interno di questa sempre più intensa attività istituzionale non vennero meno i suoi interessi per la città natale. Nel 1959 fu eletto alla presidenza dell'Accademia Olimpica di Vicenza. Fu un anno difficile per il Partito. Risalgono, infatti, al 31 gennaio 1959 le dimissioni di Fanfani dalla Segreteria e l'affidamento a Rumor, Adone Zoli, Attilio Piccioni e Luigi Gui della reggenza della Segreteria fino alla convocazione del nuovo Consiglio nazionale. Il 14 marzo dello stesso anno, nella sede del convento delle suore di santa Dorotea a Roma, la corrente maggioritaria della Dc, "Iniziativa democratica", accettò ufficialmente le dimissioni di Fanfani e assunse il controllo del Partito, sancendo così la rottura tra la maggioranza della corrente (che contava tra i suoi esponenti Antonio Segni, lo stesso Rumor, Aldo Moro e Luigi Gui) e il gruppo minoritario che faceva capo al segretario dimissionario. La riunione del 14 marzo segnò la nascita della corrente dei Dorotei, che da quel momento assunse la guida della Dc. L'area consistente di "Iniziativa democratica", che non entrò nella corrente dorotea, prese il nome di "Impegno democratico". La Segreteria del Partito venne affidata a Moro per decisione del Consiglio nazionale riunitosi tra il 14 e il 17 marzo. L'impegno di Rumor nell'ambito del territorio si concretizzò a partire dai Primi anni Sessanta, quando, con il II Governo Segni (15 febbraio 1959-25 marzo 1960) venne nominato per la prima volta ministro dell'Agricoltura e delle foreste, incarico riconfermato anche nei successivi Governi I Tambroni (25 marzo 1960-26 luglio 1960), III Fanfani (26 luglio 196o-21 febbraio 1962), IV Fanfani (21 febbraio 1962-21 giugno 1963), durante il quale venne elaborato il cosiddetto Piano verde, un corpus sistematico di provvedimenti finalizzati all'ammodernamento e al rilancio dell'attività agricola in Italia. Nel frattempo, in ambito internazionale, Rumor si occupò dello stesso settore all'interno della Cee e partecipò ai lavori per l'adesione della Gran Bretagna al Mercato europeo comune, sancita il 27 luglio 1962. Rieletto deputato per la circoscrizione di Verona-Padova-Vicenza-Rovigo, durante la IV legislatura fece parte delle Commissioni belle arti, agricoltura e affari esteri della Camera. Con il I Governo Leone (21giugno-4 dicembre 1963), l'impegno sul fronte istituzionale si prospettò particolarmente gravoso: assunta la direzione del Ministero dell'Interno si trovò adaffrontare le difficili questioni della mafia in Sicilia e del terrorismo in Alto Adige, nonché le polemiche e le tragiche conseguenze della frana del Vajont. Negli stessi anni andava mutando anche lo scenario politico internazionale: il 3 maggio 1965 le "Nouvelles équipes internationales" si trasformarono in Unione europea democratico cristiana. Rumor ne fu eletto presidente il 28 giugno, durante la riunione del comitato direttivo a Bruxelles, e fu poi presidente onorario dal 1973 fino alla morte. Pochi anni dopo, l'Unione mondiale democratica cristiana lo elesse presidente nel corso del comitato mondiale, a Venezia, il 6 dicembre 1967. Nuovamente eletto alla Camera dei deputati nel 1968 per la circoscrizione di Verona-Padova-Vicenza-Rovigo, nel giugno di quell'anno venne incaricato della formazione del nuovo Governo, ma si trovò di fronte all'impossibilità di dare vita ad una compagine di centrosinistra. L'occasione si ripresentò a distanza di pochi mesi: conclusa la breve parentesi del Governo Leone, avviò la sua prima esperienza di presidente del Consiglio dei ministri (12 dicembre 1968-5 agosto 1969), attuando un tripartito composto da Dc, Psi e Pri7. Fu un accordo di breve periodo: seguirono le dimissioni provocate dalla scissione del Partito socialista unificato. Il suo II Governo (5 agosto 1969-27 marzo 1970) fu un monocolore democristiano'. Ma la Democrazia cristiana navigava in acque agitate: si delinearono all'orizzonte nuove correnti, capeggiate rispettivamente dal ministro Emilio Colombo e dal capogruppo Dc alla Camera Giulio Andreotti. Esse mantennero la denominazione originaria di "Impegno democratico", mentre Rumor e Piccoli, sancita il 20 ottobre 1969 l'insanabile frattura dell'antica corrente unitaria, fondarono "Iniziativa popolare". Il 7 febbraio 1970 il Governo si sciolse con le dimissioni di Rumor. Seguirono mesi di concitate trattative, con rinnovate rinunce (non solo da parte di Rumor, ma anche di Moro e Fanfani) e ripetuti tentativi di conciliazione: c'erano in campo non solo i difficili equilibri di potere interni alla Dc, ma anche questioni etiche, sociali e politiche di grande spessore come la formazione delle Giunte locali e il dibattito sul divorzio. Al III Governo Rumor (27 marzo-6 agosto 1970) aderirono Dc, Psi, Psu e Pri. Il 6 luglio 1970, a fronte dello sciopero generale unitario indetto dalle tre confederazioni Cgil, Cisl e Uil per sollecitare le riforme, Rumor presentò le dimissioni da capo del Governo e aprì ufficialmente la crisi. Lo sciopero fu revocato. Dal febbraio 1972 si susseguirono i Governi presieduti da Giulio Andreotti, che chiamò Rumor a un difficile ruolo istituzionale in un periodo fortemente segnato dal terrorismo politico: fu ministro dell'Interno, sia nel primo mandato (17 febbraio-26 giugno 1972) che nel secondo (26 giugno 1972-7 luglio 1973). Il 17 maggio 1973 Rumor venne fatto oggetto di un attentato di matrice terroristica davanti alla questura di Milano: aveva appena inaugurato il monumento commemorativo a Luigi Calabresi, il commissario di polizia ucciso esattamente un anno prima, dopo essere stato oggetto di una campagna di stampa da parte dei movimenti extraparlamentari a seguito della morte di un anarchico, Giuseppe Pinelli, arrestato nel corso delle indagini pertinenti alla strage di piazza Fontana a Milano del 12 dicembre 1969. Dal luglio 1973 al novembre 1974 si susseguirono le formazioni di governo presiedute da Rumor, un quadripartito composto da Dc, Psi, Psdi e Pri e l'anno successivo un tripartito Dc, Psdi e Psi, con l'appoggio esterno del Pri9. Costretto alle dimissioni nel giugno 1974 per i contrasti emersi tra i partiti di maggioranza sulle misure da adottare a fronte della grave crisi economica, dopo faticose trattative, Rumor riuscì a formare il suo V Governo, detto "Rumor quinto bis", al quale succedette dal novembre 1974 il IV Governo Moro (23 novembre 1974-12 febbraio 1976), durante il quale fu incaricato di presiedere il Ministero degli Affari esteri''.
Nel frattempo Vicenza lo richiamò alle sue prime occupazioni di studio, nominandolo, nel 1975, presidente dell'Istituto per le ricerche di storia sociale e religiosa, fondato da Gabriele De Rosa, carica che mantenne fino alla morte. Nel frattempo emersero nuove tensioni in seno al Partito: nel Consiglio nazionale del 24 luglio 1975 la corrente dei Dorotei registrò una clamorosa spaccatura al suo interno, con Rumor collocato in posizione di minoranza rispetto ad Antonio Bisaglia e a Flaminio Piccoli. Ma la lunga esperienza di politica internazionale gli valse ancora, nel V Governo Moro (12 febbraio-29 luglio 1976), l'incarico di ministro degli Esteri.
Dal febbraio 1976 la sua figura venne coinvolta nello scandalo Lockheed: l'accusa era di aver favorito l'acquisto di aerei Hercules C130 dall'azienda statunitense Lockheed Corporation. L'impeachment travolse le più alte cariche dello Stato, dal presidente della Repubblica Giovanni Leone al presidente del Consiglio, per l'appunto Mariano Rumor, sospettati entrambi di aver ricevuto compensi dalla Lockheed Corporation. La stampa nazionale e internazionale cercò invano di identificare in uno dei due uomini politici quell'Antelope Cobbler" cui sarebbero state pagate tangenti. Tanassi, Rumor e Gui furono posti sotto accusa per corruzione dalla Commissione inquirente il 30 novembre; pochi mesi dopo, il 3 marzo 1977, Rumor venne scagionato, mentre Tanassi e Gui furono giudicati colpevoli. La sua vicenda politica lo vide ancora in primo piano con l'elezione a senatore, nel giugno 1979, nel collegio di Vicenza: venne chiamato a far parte della Commissione affari esteri e della Giunta per gli affari delle Comunità europee del Senato. Eletto il 1° giugno 1979 deputato al Parlamento europeo, per cinque anni fece parte della Commissione per gli affari costituzionali e fino al 1984 del Gruppo Dc del Partito popolare europeo. Nel 1980 fu chiamato a presiedere la Commissione politica del Pe. Due anni dopo portò a compimento la trasformazione dell'Unione mondiale democratica cristiana in Internazionale democratico cristiana, di cui fu presidente onorario sino alla morte. Nelle elezioni politiche del 1983 fu confermato senatore per il collegio di Vicenza e nuovamente entrò a far parte della Commissione affari esteri e della Giunta per gli affari delle Comunità europee, nonché della Commissione affari costituzionali. Negli anni 1984-1988 ricoprì il ruolo di membro della delegazione italiana all'Assemblea parlamentare dell'Atlantico del nord, poi di presidente del Gruppo parlamentare italiano nella stessa Assemblea e di vicepresidente dell'Assemblea; infine, il 19 novembre 1988, di presidente del Comitato atlantico, carica che conservò fino alla conclusione della vita. Le elezioni politiche del 1987 lo confermarono senatore per il collegio di Vicenza, con incarichi nelle Commissioni esteri e affari costituzionali. La morte lo colse improvvisamente all'età di 75 anni: il 22 gennaio 1990 si spense nell'ospedale della sua Vicenza, a seguito di un violento attacco cardiaco.

L'archivio di Mariano Rumor venne formandosi a partire dal 1948, dopo l'elezione del produttore alla Camera dei deputati nella prima legislatura dell'Italia repubblicana. Delle precedenti esperienze politiche nella città natale e nell'Assemblea costituente non risultano conservate testimonianze significative, salvo poche lettere a familiari e ad amici vicentini. Le carte che, nella sua quotidiana attività in seno alla Democrazia cristiana e in Parlamento, venivano via via prodotte e conservate erano disposte secondo una successione meramente casuale, di rado organizzate in fascicoli o pratiche. Alcune unità recano infatti indicazioni riconducibili ad un ordine topografico, che farebbero pensare ad una disposizione in specifici ambienti della casa romana del politico, secondo criteri che però non è stato possibile ricostruire. Proprio questa residenza fu il luogo di conservazione privilegiato del corposo fondo che veniva formandosi: molti fascicoli e singoli documenti riportano l'indicazione "a casa", di mano dello stesso Rumor o della sua segreteria, ad indicare la movimentazione delle scritture che lasciavano uffici e luoghi di lavoro per confluire nel suo archivio personale. Ma quando anche la casa di via Kenia all'Eur non fu più sufficiente, sulla base di quanto ricordano alcuni collaboratori, venne utilizzato un locale seminterrato. Dal novembre 1963 al 1974 circa, ad occuparsi di questa mole sempre più corposa di carte fu chiamato un amico personale, anch'egli vicentino, Quintino Gleria: questi periodicamente si recava a Roma per adempiere al suo compito e ordinare quelle che, in una lettera allo stesso politico, definì le "sofferte carte". Nel corso della sua lunga formazione, si conoscono altre sedi che ospitarono nuclei parziali dell'archivio: la casa natale di Rumor a Vicenza, a Ponte Pusterla, l'ufficio personale a Vicenza, in viale Milano, e quello di Roma a Palazzo Giustiniani. Secondo il giornalista Adriano Toniolo, nuclei più o meno consistenti di carte erano pure conservati nella casa di villeggiatura ad Asiago (Vi); altre segnalazioni, che non è stato possibile verificare, indicano inoltre le strutture religiose di San Lorenzo e di Monte Berico, a Vicenza. Il 28 dicembre 1985, data che assume in questo contesto un significato storico, Mariano Rumor, nell'iniziare la stesura delle proprie Memorie, venne maturando una nuova, diversa consapevolezza nei confronti di quel corpus documentario che si era accumulato nel corso della sua vita: non più complesso di scritture di uso personale, necessario alla sua quotidiana pratica politica, ma testimonianza di una storia individuale, da custodire e valorizzare in relazione paradigmatica con la storia nazionale. Venne così definendosi la volontà di conservare le carte a Vicenza e di provvedere al loro ordinamento, volontà che sarà confermata da Rumor nel suo testamento olografo, datato 7 gennaio 1990; in esso si disponeva anche l'attribuzione agli eredi della proprietà dell'archivio, considerato nella sua interezza. Parte della documentazione venne quindi consegnata a Vicenza a don Ermenegildo Reato, suo amico e confidente, con l'incarico di intervenire anche sull'organizzazione delle scritture. Presumibilmente dal 1987, circa 265 buste furono da Roma trasferite presso il Seminario vescovile della città e conservate in due locali attigui alla biblioteca; qui Reato, che teneva la docenza di Storia della Chiesa, diede avvio al suo lavoro ordinando le carte in relazione agli incarichi istituzionali di Rumor e suddividendo la corrispondenza per categorie di mittenti, in ordine alfabetico. A soli due anni dalla morte dello statista, nel luglio del 1992, dell'archivio ebbe occasione di occuparsi la Procura della Repubblica di Vicenza a seguito di indagini avviate in relazione a presunti episodi di corruzione verificatisi nel Vicentino. Ne venne disposto il sequestro, anche in relazione all'ipotesi di possibili furti di documenti attinenti alle indagini, ma il provvedimento venne revocato dopo pochi giorni. Con provvedimento del 25 gennaio 1996, l'archivio venne dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per il Veneto, mentre a fronte del costituirsi, nel giugno 2003, della Fondazione Mariano Rumor, a quest'ultima venne trasferita la proprietà delle carte per disposizione degli eredi unitamente a quei materiali - libri, periodici, fotografie, rassegna stampa - che dopo la morte del senatore erano ancora conservati a Roma. Nel gennaio 2007 archivio e biblioteca furono finalmente riuniti nella sede della Fondazione, in contrada Pusterla, in quella che era stata la casa natale di Mariano Rumor. Ulteriore passaggio si verificò nell'autunno dello stesso anno, quando l'intero corpus venne depositato temporaneamente presso la Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza, grazie ad una apposita convenzione siglata tra la Fondazione, la Biblioteca medesima e il Comune, con l'approvazione della Soprintendenza archivistica per il Veneto, per dare avvio al progetto di ordinamento e inventariazione di cui si dà conto nel volume. Nell'estate 2009 all'archivio proprio di Mariano Rumor è stato aggregato un piccolo nucleo sparso di scritture, a suo tempo rimaste escluse dal corpus documentario, perché conservate presso i destinatari, frutto di un acquisto della Fondazione da un antiquario milanese. Il Fondo è stato donato all'Archivio storico del Senato della Repubblica nel 2016, ad eccezione della sez. IX "Fotografie" e X "Resoconti giornalistici e commenti sull'attività politica di Mariano Rumor".

Mariano Rumor

1929 - 1990

386 bb.

Consultabile presso la Sala studio dell'Archivio storico. Inventario analitico.

Digitalizzazione della documentazione a cura dei militari del Nucleo speciale commissioni parlamentari d'inchiesta della Guardia di finanza e dell'Arma dei carabinieri assegnati all'Archivio storico.

ricerca libera